Titoli di Stato italiani: nessun dorma

Anche se la volatilità dei titoli di Stato italiani è aumentata durante l’estate, confidiamo che l’Italia e la Commissione Europea raggiungano un buon compromesso.

Titoli di Stato italiani

I timori per il rapido recente ampliamento degli spread sui titoli di Stato italiani sono riconducibili al fatto che le trattative in corso per il bilancio 2019 potrebbero favorire la violazione delle linee guida della Commissione Europea sul deficit del 3%.

Ciò sarebbe in netto contrasto con il precedente bilancio del Governo italiano che prevedeva solo un disavanzo dello 0,8% per consentire una graduale riduzione del debito.

Se il nuovo governo manterrà le promesse fatte in campagna elettorale che comprendono sgravi fiscali, l’introduzione di redditi di base e l’eliminazione degli aumenti dell’IVA, potrebbe verificarsi una violazione degli orientamenti comunitari in materia di disavanzo del 3%.

Tuttavia vi sono diversi fattori che fanno optare per una soluzione positiva con il ritorno della fiducia degli investitori.

L’attuale ministro delle Finanze Tria auspica un bilancio che porti l’Italia a un deficit dell’1,5-1,7%, ben al di sotto della soglia del 3% fissato dall’UE.

Questo darebbe al governo ulteriori 12 miliardi di euro circa all’anno da spendere, per un totale di circa 60 miliardi di euro per i cinque anni di mandato del governo. Non male. Pertanto, ci attendiamo un deficit di bilancio di circa l’1,6%.

Inoltre, ai sensi degli orientamenti sul margine di discrezionalità, la Commissione Europea dispone di una certa flessibilità che potrebbe consentire di escludere alcuni investimenti infrastrutturali dal calcolo del debito, circa lo 0,5% del PIL e cioè 6-7 miliardi di euro, cifra che sarebbe interessante anche per l’attuale Governo.

È importante notare che esiste un’ulteriore garanzia che dovrebbe sostenere la fiducia degli investitori. Il Presidente della Repubblica, che dovrà approvare il bilancio, ha dichiarato pubblicamente che non firmerà nulla che metta a repentaglio la stabilità finanziaria del paese, come senza dubbio farebbe una violazione della soglia del 3% della Commissione Europea.

Anche se la volatilità dei titoli di Stato italiani è aumentata durante l’estate, confidiamo comunque che l’Italia e la Commissione Europea raggiungano un buon compromesso.

Ciò ridurrebbe sicuramente la necessità di importanti azioni di rating negativo da parte delle agenzie, magari limitate a mere variazioni di prospettiva, e sosterrebbe il debito italiano.

È da notare che lo scenario di base di Morgan Stanley per l’Italia prevede solo 223 miliardi di euro lordi di emissioni di debito nel 2019, mentre l’emissione netta è di soli 35 miliardi di euro dopo i reinvestimenti, il che non sembra oneroso.

Auspicabile quindi il raggiunimento di un compromesso ragionevole in grado di dare un po’ di sollievo agli investitori in titoli italiani.

Commento a cura di Mondher Bettaieb, Head of Fixed Income di Vontobel AM

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