Banche Centrali: riflettori puntati da mercoledì

Banche centrali. Si comincia mercoledì quando la Federal Open Market Committee annuncerà la propria decisione sui tassi. Giovedì è prevista la riunione del Consiglio direttivo della BCE.

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Dopo la settimana più frenetica dell’anno, una relativa calma è stata ripristinata, almeno temporaneamente, sui mercati. L’attenzione si sta ora spostando dal caos politico in Italia e, in misura minore, in Spagna, per tornare alla politica generale delle banche centrali. Questa settimana si terranno due riunioni delle principali banche centrali.

Si comincia mercoledì quando la Federal Open Market Committee annuncerà la propria decisione sui tassi seguita dalla conferenza stampa di Jerome Powell.

Secondo Bloomberg un aumento di 25 bps è l’orientamento del consensus, data la perdurante forza dell’economia statunitense. In effetti, il report sulla disoccupazione Usa di venerdì scorso, inequivocabilmente positivo, dovrebbe eliminare i dubbi di quei membri del Federal Open Market Committee che ancora non si erano schierati.

Mentre il prossimo aumento è già stato prezzato, l’attenzione rimane focalizzata sulla forma della curva dei rendimenti e su quanto i membri del Federal Open Market Committee si concentrino su di essa. La settimana scorsa lo spread tra i rendimenti a 2 anni e quelli a 10 anni ha superato i 42 bps.

Ascolteremo quindi con molta attenzione la conferenza stampa, poiché dubitiamo seriamente che il Federal Open Market Committee sarà disposto a portare a termine tutti gli aumenti che i suoi membri stanno attualmente programmando.

Proveranno a discutere il lungo termine più alto della curva commentando l’assenza di un premio a termine, o suggeriranno di tenere a bada gli aumenti, mentre la curva è così piatta e consente all’inflazione di andare leggermente oltre?

Questi saranno i messaggi chiave per determinare come gli investitori dovrebbero posizionarsi lungo la curva dei rendimenti.

Giovedì è prevista la riunione del Consiglio direttivo della BCE di giugno. Anche se non è atteso alcun cambiamento di politica, dovrebbero emergere indicazioni sulla fine del programma di acquisto di beni (APP).

I 30 miliardi di euro mensili di acquisti saranno ridotti alla fine di settembre, prima che cessino completamente alla fine del 2018.

Anche in questo caso si tratta di un ampio consenso sul mercato, che tuttavia concentrerà l’attenzione degli investitori sulle tecniche di mercato che sono state distorte nel periodo in cui la BCE stava ampliando il proprio bilancio.

È importante notare, tuttavia, che il bilancio rimarrà invariato e che le scadenze continueranno ad essere reinvestite.

Senza dubbio ciò avrà un impatto sui Titoli di Stato della zona euro e date le turbolenze in Italia della scorsa settimana i tempi dal punto di vista del BTP non sono ideali per il Tesoro italiano e il suo nuovo governo.

Ci aspettiamo che a Mario Draghi vengano poste alcune domande difficili sull’Italia, sul fatto se le recenti turbolenze politiche abbiano influenzato il loro processo decisionale.

Forse più interessante sarà il periodo di tempo in cui i tassi rimarranno invariati dopo la fine del programma di acquisto.

Il tempo è stato finora “considerevole”, ed i mercati lo hanno interpretato come circa 6 mesi. Ciò significherebbe che molto probabilmente siamo ancora a circa 12 mesi di distanza dal primo aumento dei tassi nella zona euro.

Commento a cura di Mark Holman, CEO TwentyFour Asset Management

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