Finale d’ottava positivo per l’FTSE Mib che archiviata la decisione della Bce di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0,05% lasciando presagire che l’annuncio sul rafforzamento e l’estensione del piano di quantitative easing (QE) oltre settembre del 2016 verrà fatto nel meeting del 3 dicembre prossimo, prosegue nell’ascesa spingendosi fino in area 22874 per poi chiudere gli scambi un po’ più in basso a 22736 punti, in progresso dello 0,53%.
L’attenzione dei mercati si sposta adesso sui dati preliminari di ottobre relativi al Pmi di Germania, Francia e zona euro e, per quanto riguarda l’Italia, su Fitch che a mercati chiusi si esprimerà sul rating sovrano italiano, attualmente BBB+ con outlook stabile. L’ultimo intervento dell’agenzia sull’Italia risale all’aprile del 2014, quando l’outlook fu portato a stabile da negativo. Il prossimo pronunciamento sull’Italia sarà quello di S&P, in calendario il 13 novembre.
Gli acquisti hanno vivacizzato in particolar modo la seduta di Azimut che ha messo a segno un rialzo del 5,79% ed una chiusura a 21,93 euro, di Telecom Italia (+5,35% a 1,143 euro), Ferragamo (+4,38% a 24,06 euro), Moncler (+3,38% a 14,70 euro), Buzzi (+3,36% a 16,01 euro), Mediolanum (+2,71% a 7,39 euro), per citare le performance più significative.
In controtendenza UBI Banca che ha chiuso in calo dell’1,19% a 7,065 euro, Eni con un -1,15% a 15,53 euro, Unicredit (-1,06% a 6,065 euro), Intesa Sanpaolo (-0,74% a 3,216 euro), Bca Pop. Emilia Romagna (-0,71% a 7,65 euro) e Bca Mps che ha perso lo 0,36% a 1,674 euro).