Dicembre potrebbe rappresentare una fase di inversione il FTSE 100, il cui quadro tecnico sembra meno brillante rispetto ai mesi scorsi.
Fra i temi più analizzati di questo 2016 c’è senza dubbio quello della Brexit. Dal punto di vista dei mercati finanziari la decisione del popolo britannico di lasciare l’Unione Europea ha suscitato sorpresa e allo stesso tempo incertezza nei mercati azionari internazionali, con reazioni a catena anche sul fronte delle valute e delle materie prime. L’impatto sulla borsa di Londra è stato, contro ogni previsione, positivo e l’indice FTSE 100 ha reagito con un rialzo che ha portato le quotazioni ad aggiornare i nuovi massimi storici a 7.129,83 punti* lo scorso 11 ottobre.
Il rovescio della medaglia è stato, ed è tutt’ora, la forte svalutazione della sterlina. La valuta britannica ha perso circa il 15%* del proprio valore nei confronti del dollaro e il 14,6%* contro l’euro. A parità di valuta la performance dell’indice FTSE 100 è pari al +7,20%* da inizio anno, percentuale che si trasforma in una performance negativa in termini di euro (-6,54%*) e di dollari statunitensi (-8,24%*).
“Allo stato attuale l’economia della Gran Bretagna ha tratto beneficio dal deprezzamento della sterlina, ma molti analisti si interrogano se il trend seguito da quest’ultima possa essere sostenibile nel lungo periodo in termini di spinta inflattiva interna. L’aumento eccessivo dei prezzi infatti andrebbe a corrodere il potere d’acquisto dei consumatori e gli effetti potrebbero riflettersi nel prezzo degli immobili” ha commentato Heiko Geiger, Head of Public Distribution Europe di Vontobel Investment Banking.
Preoccupazioni che riguardano anche l’incidenza dei costi legati alle procedure da seguire per la Brexit sulle casse statali. In tal senso, l’agenzia di rating Fitch ha messo in guardia che entro il 2020 il Regno Unito potrebbe essere il Paese con il rapporto fra debito pubblico e PIL più elevato fra i Paesi ad elevato standing creditizio (AAA e AA). Decisione su cui ha pesato in maniera determinante il rapporto dell’Office Budget Responsability (Obr) secondo cui i costi della Brexit peseranno sulle casse di Sua Maestà per 58,7 miliardi di sterline* nei prossimi 5 anni.
Analisi Tecnica
Il mese di dicembre potrebbe rappresentare una fase di inversione ribassista per il FTSE 100, il cui quadro tecnico sembra meno brillante rispetto ai mesi scorsi. Infatti la violazione del supporto dinamico disegnato sul grafico giornaliero con i minimi crescenti del 4 agosto e 4 novembre 2016 andrebbe a generare un importante segnale di vendita dato dallo sfogo di una figura tecnica di inversione, quale il testa e spalle in formazione dal 4 agosto 2016. Date queste premesse è possibile strutturare strategie ribassiste che avrebbero punto d’ingresso a 6.616 punti, primo target a 6.500 e secondo a 6.380 punti, dove transita la trendline ribassista ottenuta con i top decrescenti del 23 ottobre 2015 e 21 aprile 2016. Chiudere la posizione su rialzi oltre i 6.820 punti. Una conferma del trend rialzista si avrebbe invece solo con un ritorno sopra i 7.000 punti. In tal caso un primo obiettivo sarebbe rappresentato da area 7.130-7.140 punti mentre il punto di uscita è individuato a 6.875 punti.
(Tutte le date e i dati numerici nel testo di cui sopra sono tratti da Bloomberg).