PIL italiano in crescita grazie a servizi e domanda domestica

PIL italiano in crescita a inizio 2017 nonostante il freno da industria e commercio. L’espansione è venuta dai servizi e dalla domanda domestica.

PIL italianoIl PIL italiano è cresciuto di 0,2% t/t a inizio 2017, in linea con i tre mesi precedenti e con la media degli ultimi due anni. Non sorprendentemente, l’espansione è venuta dai servizi e dalla domanda domestica (nonostante il contributo negativo dall’industria e dal commercio con l’estero). Il dato è superiore alle nostre attese. Stimiamo che l’attività economica possa accelerare nel resto dell’anno (ad almeno 0,3% t/t). Ciò segnala che ora i rischi sulla nostra previsione di crescita 2017 (1%, già più ottimistica delle aspettative di consenso) sono verso l’alto.

Nel dettaglio:

a) l’espansione è il risultato di una crescita del valore aggiunto nei servizi e nell’agricoltura a fronte di un calo nell’industria (che non è sorprendente, vista la diminuzione di -0,3% t/t registrata nello stesso periodo dalla produzione industriale);

b) come nei trimestri precedenti, ancora una volta la crescita è venuta dalla domanda domestica (al lordo delle scorte), in presenza di un contributo negativo dal commercio con l’estero (tuttavia, a nostro avviso si è trattato del secondo trimestre consecutivo di significativa espansione per entrambi i flussi commerciali). Dal lato della domanda domestica, ci aspettiamo una frenata degli investimenti (dopo il tasso di crescita vicino a 1,5% t/t messo a segno nella seconda metà del 2016), a fronte di una probabile riaccelerazione dei consumi (dopo lo 0,1% t/t di fine 2016, un minimo da quasi tre anni). Un contributo positivo potrebbe anche essere venuto dalle scorte, specularmente a quanto avvenuto nei tre mesi precedenti.

In sintesi, la crescita registrata dal PIL a inizio 2017 ci sembra piuttosto confortante, visto che è avvenuta nonostante il contributo negativo che è venuto sia dall’industria che dal commercio con l’estero. Un’espansione di 0,2% t/t non può certo essere definita un boom (e resta ben inferiore al dato dell’intera eurozona), tuttavia appare in linea con l’attuale potenziale italiano (e coincide con la crescita media registrata da quando è partita l’attuale fase di ripresa, ovvero da inizio 2015). Positivo anche che l’espansione sia venuta ancora una volta dalla domanda domestica, anche se le scorte potrebbero aver avuto un ruolo non secondario.

In prospettiva, confermiamo la nostra idea, suffragata dalla tendenza decisamente positiva evidenziata negli ultimi mesi dagli indici di fiducia delle imprese, che il PIL possa accelerare nel resto del 2017, ad almeno 0,3% t/t (anzi sulla base degli indicatori anticipatori si potrebbe pensare a un’espansione anche superiore). Ciò suggerisce che i rischi sulla nostra stima di un PIL in crescita dell’1% (corretto per i giorni lavorativi) nel 2017 siano ora verso l’alto (la previsione è superiore alle aspettative di consenso, che peraltro negli ultimi mesi sono divenute più ottimistiche, a 0,9% dallo 0,7% di inizio anno).

Commento a cura di Paolo Mameli, Senior Economist Intesa Sanpaolo

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