Victor Massiah ha rilasciato un’intervista dove ha commentato i risultati dei primi nove mesi del 2016 di UBI Banca.
Il terzo trimestre del 2016 si chiude per UBI Banca con un utile di 32,5 milioni di euro che si confronta con un utile di 48,1 milioni nei primi 6 mesi del 2016 e di 37,6 milioni nel terzo trimestre del 2015, comprensivo di un contributo al Deposit Guarantee Scheme inferiore di circa 10 milioni netti rispetto al terzo trimestre del 2016.
Complessivamente la trimestrale evidenzia un miglioramento anno su anno, in linea con le aspettative indicate nel Piano Industriale.
Inclusi gli impatti degli oneri previsti per l’attuazione del Piano Industriale contabilizzati “up front” a partire da giugno 2016 (circa 840 milioni netti1), i primi 9 mesi del 2016 si chiudono con una perdita di 754,5 milioni, in flessione rispetto alla perdita registrata nel 1° semestre dell’anno (circa 787 milioni).
Victor Massiah ha rilasciato un’intervista dove ha commentato i risultati dei primi nove mesi del 2016 di UBI Banca.
Dottor Massiah, quali sono gli eventi più rilevanti dell’ultimo trimestre e come giudica i risultati dei primi 9 mesi dell’anno?
Ovviamente dobbiamo – per analizzare compiutamente i risultati – isolare gli effetti delle manovre che abbiamo fatto durante la semestrale nel far partire il nostro piano industriale.
Una volta isolati, noi abbiamo un buon ritorno all’utile nel terzo trimestre; in particolare migliora nettamente la qualità del credito, sia perché abbiamo un portafoglio complessivo molto meno rischioso e che genera dei passaggi da “bonis” a crediti problematici che sono un terzo di quelli che erano nei momenti di picco della crisi, e sono sostanzialmente comparabili con i momenti pre crisi – e questo evidentemente comporta un forte contributo alla redditività – sia perché c’è una buona tenuta della componente commissioni.
Dove continuiamo ad avere ancora dei margini di miglioramento sono evidentemente gli impieghi e il margine di interesse, perché abbiamo ancora una situazione “piatta” sulla crescita degli impieghi e un margine di interesse che continua a soffrire del livello di tassi molto basso e della “guerra dei prezzi”. Infine resta molto buono il controllo dei costi.
Quindi complessivamente una trimestrale in miglioramento, una trimestrale che è coerente con quelle che erano, nel complesso, le aspettative del piano, dove sul lato ricavi le commissioni vanno nel senso di compensare il minor margine di interesse mentre i costi e il costo del rischio sono perfettamente allineati con le aspettative.
Quali sono i risultati fino ad oggi acquisiti dall’attuazione del piano industriale, e quali quelli che ci possiamo attendere da qui a fine anno?
Come sapete era molto importante innanzitutto creare le condizioni per il progetto di Banca Unica; abbiamo svolto in questi primi tre mesi tutti i test che erano previsti prima di agire sul campo. I test sono stati tutti molto positivi e conseguentemente è stato dato il via libera alla effettiva conversione verso la Banca Unica: entro questo mese di novembre avverranno le prime due conversioni delle prime due banche, perfettamente in linea col piano.
Tutti i cantieri del piano sono regolarmente aperti, e sono tutti in linea con le tempistiche. Ovviamente operiamo in un contesto non facile ma devo dire, a maggior ragione, che va molto bene proprio perché riusciamo a rispettare i tempi in un contesto particolarmente difficile.
Quali sono le caratteristiche della riorganizzazione del gruppo a supporto di questa evoluzione?
Direi che la parola chiave è “semplificazione”. L’organigramma è stato ulteriormente semplificato, coerentemente con il passaggio verso la Banca Unica, le linee di riporto sono molto focalizzate. Abbiamo ovviamente, come da piano, rivisitato l’organizzazione commerciale. Direi tutto, di nuovo, in linea con quelle che erano le previsioni di piano. Abbiamo promosso alcune persone, abbiamo acquisito qualche persona dall’esterno, nell’ottica di una squadra che vuole e può essere – e a mio avviso è – eccellenza nel mercato.