Totò, Peppino ed il quantitative easing della Bce

Mi sono fatto l’idea, probabilmente sbagliata, che la Bce con la sua operazione di quantitative easing in questa fase, magari senza volerlo, stia supportando e finanziando non tanto l’economia italiana, bensì quella americana.

La banda degli onesti Totò e Peppino quantitative easingLa Bce si è impegnata a stampare 1.100 miliardi di euro (all’occorrenza anche di più come sostiene pubblicamente il governatore Mario Draghi), con cadenza di 60 miliardi al mese per l’acquisto di titoli degli Stati europei, in massima parte dalle banche detentrici (ovvero sul mercato secondario).

Ebbene, ogni qualvolta sento questa notizia mi vien fatto di pensare a Totò e Peppino intenti a stampare le vecchie, amate, spettacolari 10.000 lire.

Totò e Peppino, dopo una serie di complicate circostanze, presi dalla grande preoccupazione di commettere un atto criminoso e di poterne pagare le conseguenze, desistono dal tentativo di mettere in circolazione le “loro banconote”.

In fondo, se lo avessero fatto, avrebbero “mosso l’economia” della loro borgata. Avrebbero comprato scarpe, cappotti, camicie, qualche mobile per la casa. Avrebbero fatto scorte di pasta, olio, formaggi. Avrebbero forse progettato di fare qualche viaggio per incontrare parenti in altre parti d’Italia – facendo guadagnare le ferrovie dello Stato o società di trasporto privato ed albergatori (rigorosamente con poche stelle).

Di fatto Totò e Peppino non avrebbero stravolto il mercato finanziario ed anzi avrebbero dato una mano – piccola in verità – a migliorare il fatturato, il guadagno e forse il futuro di tante piccole imprese familiari ed artigianali.

Viene da chiedersi, innanzitutto, se l’intervento monetario della BCE sia accettabile e compatibile con le normali regole di “leale concorrenza”. Di fatto, con i reiterati acquisti di titoli di Stato dalle mani delle banche, il relativo mercato risulta stravolto, tanto che il rendimento degli stessi titoli si avvicina allo zero ed in alcuni casi – vedi il caso dei Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) italiani a 3-6-12 mesi – addirittura finisce sotto lo zero per cento.

Qualcuno sottolinea che l’operazione di stampaggio di euro da parte della BCE segua lo stesso, forsennato processo messo in atto da altri Paesi ed in particolare dalla Federal Reserve USA (FED) negli ultimi 15 anni (ed anche in precedenza).

La FED, a quanto pare, ha programmato di rallentare questa maldestra operazione dopo aver inondato il mondo con miliardi e miliardi di dollari che, stando alle opinioni di molti economisti, hanno il valore della carta su cui sono stampati e, slegati dai prezzi dei beni reali e dei titoli azionari delle società quotate, alimentano “bolle finanziarie” sui vari mercati che prima o poi, per forza di cose, esploderanno.

Mi sono fatto l’idea, probabilmente sbagliata, che la BCE con la sua operazione di “quantitative easing” (cioè con l’immissione in circolo di grandi quantità di carta moneta slegata dalle fisiologiche esigenze commerciali e finanziarie) in questa fase, magari senza volerlo, stia supportando e finanziando non tanto l’economia italiana, bensì quella americana.

Vi sono indicazioni secondo cui le banche europee utilizzino la liquidità, riveniente dagli “esagerati acquisti” di titoli da parte della BCE, in massima parte per investimenti in titoli della borsa americana (Wall Street), bloccandone la possibile, rovinosa caduta, da molti esperti pronosticata e giustificata.

Nella foto: Totò e Peppino (Antonio De Curtis e Giuseppe De Filippo) in una scena del film del 1956 “La banda degli onesti”, diretto da Camillo Mastrocinque.

Sàntolo Cannavale – www.santolocannavale.it

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