Era post-Abe e azionario giapponese

Durante il mandato di Abe, gli utili delle società quotate sul TSE sono più che raddoppiati.

abe giappone

Nel migliore dei casi le dimissioni di Abe rammenteranno al mercato dei capitali che la sua politica ha funzionato e che costituisca un fattore di valutazione positivo. Nella peggiore delle ipotesi invece potrebbe accadere che la transizione del potere venga interrotta da qualche shock esterno e che il regime di politica fiscale e monetaria cambi, anche se crediamo che sia improbabile che ciò avvenga.

“L’Abeconomia” è stata interpretata in modi diversi nel corso del tempo.

Inizialmente si trattava di un accordo politico con la Bank of Japan per allentare la politica monetaria e la politica fiscale, al fine di porre fine alla deflazione e stimolare le attività economiche.

Mentre questo ha funzionato per cambiare le dinamiche del mercato dei capitali nella fase iniziale, in realtà è stata la volontà del Governo di utilizzare il meccanismo del mercato per risolvere le questioni strutturali giapponesi, che ha portato alla ripresa economica. Durante il mandato di Abe, gli utili delle società quotate sul TSE sono più che raddoppiati, mentre il rendimento totale del mercato è stato del 13% annuo dalla fine del 2011.

La comunità imprenditoriale è stata favorita da tassi d’interesse più bassi e tassi di cambio stabili, ma ha anche subito pressioni per migliorare la governance aziendale e l’efficienza del capitale. Questa politica è stata sintetizzata come una riforma della corporate governance, che ha spinto le società quotate a migliorare il ROE oltre l’8% e alla comunità degli investitori è stato chiesto di svolgere un partecipare più attivamente. Ciò ha portato a una maggiore trasparenza del consiglio di amministrazione, a strategie di business più chiare e a un più alto payout ratio, compreso il riacquisto di azioni, che alla fine ha contribuito alla rivalutazione.

“L’Abeconomia” ha creato più di 5 milioni di posti di lavoro in sette anni. Se da un lato la stabilità della moneta ha aiutato la competitività del settore manifatturiero, dall’altro ha aiutato anche il settore dei servizi e quello non manifatturiero, migliorando la stabilità dell’economia.

L’ultimo anno ha chiaramente polarizzato il mercato; a livello settoriale, tutto ciò che riguardava i viaggi e le risorse naturali è stato colpito duramente e il settore manifatturiero ha subito gravi interruzioni a causa del crollo di alcune catene di fornitura. Lle attività di gaming e software e alcune aree del commercio al dettaglio ne hanno ne hanno invece beneficiato enormemente come per esempio Z holdings, Nintendo, Sony, Nomura Research Institute. Ci sono poi tipi di aziende che possono ottenere buoni risultati indipendentemente dal contesto macro. Un grande esempio è Daiichi Sankyo che registra da 3 anni un valore aggiunto costante.

A livello di mercato, il Giappone è sempre stato un Paese orientato alla ripresa economica globale e questa volta non fa eccezione. Tuttavia, la nostra attenzione è troppo concentrata nel gestire queste ciclicità e nell’offrire opportunità in Giappone, che è meno dipendente dalla macroeconomia. Riteniamo che questo sia un ottimo punto di accesso per gli investitori a lungo termine che cercano una fonte di alfa geograficamente diversificata, che accresca nel tempo.

Commento a cura di Junichi Inoue – Janus Henderson Investors

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