La nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana. Migliora il clima di fiducia dei consumatori ma non delle imprese.
Se la crescita dell’economia statunitense continua pur in presenza di una riduzione degli scambi internazionali e di un aumento dei prezzi del petrolio, nell’area euro l’incremento dei ritmi produttivi prosegue su toni moderati. I segnali positivi forniti dall’economia italiana appaiono in progressivo consolidamento.
All’aumento degli ordinativi del settore manifatturiero si associa il diffuso miglioramento dei giudizi dei consumatori.
L’indicatore anticipatore torna positivo delineando il proseguimento dell’attuale fase espansiva.
Prezzi alla produzione dell’industria italiana
A novembre 2016 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,1% rispetto a ottobre e dello 0,3% su novembre 2015.
I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,2% rispetto a ottobre e dello 0,3% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registrano aumenti dello 0,1%, in termini congiunturali, e dello 0,2% rispetto a novembre 2015.
I prezzi dei beni venduti sul mercato estero rimangono invariati rispetto al mese precedente (con un decremento dello 0,1% per l’area euro ed una variazione nulla per quella non euro). In termini tendenziali si registra un calo dello 0,2% (con una variazione negativa dello 0,1% per l’area euro e dello 0,3% per quella non euro).
Il contributo maggiore al calo tendenziale dei prezzi dei beni venduti sul mercato interno proviene dal comparto energetico (-0,5 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi negativi più rilevanti derivano dall’energia per l’area euro, dai beni di consumo non durevoli e dai beni strumentali per quella non euro (pari a -0,2 punti percentuali per ciascuno dei casi elencati).
Il settore di attività economica per il quale si rileva il calo tendenziale dei prezzi più ampio, sul mercato interno, è quello dell’industria del legno, della carta e stampa, con una diminuzione dello 0,9%. Sul mercato estero, il calo tendenziale maggiore si registra nel settore della fabbricazione di mezzi di trasporto (-2,8 punti percentuali).
Fiducia dei consumatori e delle imprese
A dicembre 2016 il clima di fiducia dei consumatori migliora (da 108,1 a 111,1) riportandosi sul livello di luglio 2016; l’indice composito del clima di fiducia delle imprese scende da 101,4 a 100,3, ma le dinamiche settoriali risultano diversificate.
Il miglioramento della fiducia dei consumatori ha interessato la componente economica che passa da 127,6 a 133,8, la personale e la corrente che salgono per il secondo mese consecutivo passando, rispettivamente, da 101,3 a 102,7 e da 103,7 a 106,2. La componente futura torna ad aumentare nel mese di dicembre (da 113,8 a 116,2), raggiugendo il livello più elevato da giugno 2016.
I giudizi dei consumatori sulla situazione economica del Paese migliorano anch’essi passando da -53 a -40 così come le aspettative, il cui saldo torna ad aumentare (da -20 a -16) dopo sette mesi consecutivi di diminuzione. Per ciò che riguarda le opinioni sull’andamento dell’inflazione, espresse su un arco temporale di 12 mesi (giudizi sui 12 mesi passati e aspettative per i prossimi 12 mesi), sono prevalsi giudizi e attese orientati alla diminuzione dei prezzi: per i giudizi, il saldo passa da 34 a -36 e per le aspettative da -28 a -34. Infine, diminuiscono per il secondo mese consecutivo le aspettative sulla disoccupazione (da 28 a 20).
Per le imprese, nel mese di dicembre si registra un peggioramento della fiducia nei servizi (l’indice passa da 105,0 a 102,5) e nelle costruzioni (da 124,2 a 120,4); invece nella manifattura e nel commercio al dettaglio l’indice sale, rispettivamente, da 102,2 a 103,5 e da 106,5 a 107,4.
Nel comparto manifatturiero migliorano sia i giudizi sugli ordini (il saldo passa da -14 a -12) sia le attese sulla produzione (da 10 a 12); il saldo dei giudizi sulle scorte rimane stabile. Nel settore delle costruzioni, peggiorano sia i giudizi sugli ordini (da -25 a -28) sia le aspettative sull’occupazione (da -11 a -13 il saldo).
Nei servizi, si deteriorano i giudizi e le attese sul livello degli ordini (il saldo passa da 6 a 0 e da 5 a 0, rispettivamente) mentre le attese sull’andamento dell’economia migliorano (da 3 a 7 il saldo). Nel commercio al dettaglio migliorano sia i giudizi sulle vendite correnti (il saldo passa da 7 a 13) mentre le attese sulle vendite future sono in peggioramento (da 29 a 25 il saldo); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino diminuisce da 9 a 8.