Piemonte: turismo e agroalimentare spingono l’export

Lo studio di Banca Mps sottolinea il ruolo del Piemonte per la ripresa a livello nazionale. Automotive e gioielleria in forte recupero, spinta anche da turismo e agroalimentare.

piemonte economiaIl Piemonte resta sinonimo di industria nazionale, soffre e cerca la via della ripresa come tutto il Paese. E’ capace di innovare investendo in settori innovativi e, allo stesso tempo, di riscoprire e rilanciare comparti tradizionali della sua economia.

Automotive e la gioielleria sono in forte recupero ma prospettive interessanti emergono anche dal turismo e dall’agroalimentare di un territorio ricco di risorse e voglia di reinventarsi e contaminare segmenti complementari.

E’ quanto emerge dalla lettura dei dati economici effettuata dall’Area Research & IR di Banca Monte dei Paschi di Siena, che ha analizzato le peculiarità del territorio e la dimensione economica della Regione Piemonte.

Ø La struttura produttiva del Piemonte ad elevato peso industriale (l’incidenza del comparto industriale sul VA è di circa il 22,7% per la regione vs il 18,5% nazionale) la rende fortemente esposta alle fluttuazioni cicliche dell’economia; ma la regione, nonostante le difficoltà, si mantiene comunque tra le realtà più virtuose del Paese.

Ø Un contributo positivo all’attività economica regionale proviene dalle esportazioni, che risultano più dinamiche della media nazionale; nel 2014 le vendite all’estero in valore del Piemonte avanzano del 3,3% a/a vs il +2% a/a nazionale.

Anche i dati del primo trimestre del 2015 confermato il buon andamento delle vendite all’estero piemontesi (+5,5% a/a). Le province che hanno contribuito alla crescita del peso dell’export regionale negli ultimi dieci anni sono state quelle di Cuneo e di Alessandria (rispettivamente 16,4% e 12,1% a/a).

Tale incremento è da ascriversi al buon andamento del comprato dei mezzi di trasporto cuneese e a quello della gioielleria di Valenza Po. Nel 2014 la Germania e la Francia si confermano nettamente come i due mercati di sbocco più importanti delle esportazioni piemontesi e rappresentano circa il 26,2% del totale regionale.

La maggioranza dell’export piemontese è diretta ancora verso i Paesi UE (57,5% del totale) e nel 2014 ha registrato una crescita del +3,8% a/a. Nel 2014 la tendenza positiva ha prevalso in quasi tutti i settori; in segno negativo solo i comparti del coke e petrolifero (-12,5% a/a), dei metalli di base (-11% a/a), dei chimici (-15% a/a) e del tessile (-0,3% a/a). In forte crescita sono il comparto delle altre attività manifatturiere (+17,3% a/a), trainato dalla «gioielleria» (+15,1% a/a).

Nel primo trimestre del 2015 in forte crescita i settori della farmaceutica (+34,7% a/a), dei mezzi di trasporto (+18,1% a/a) e delle altre attività manifatturiere (+11,9% a/a). Mentre permangono in segno rosso il comparto del coke e prodotti petroliferi raffinati che perde il 23% a/a e quello dei metalli di base e prodotti di metallo (-8,5% a/a).

Ø Nel 2014, a fronte di un calo medio della produzione italiana del -0,6% a/a, quella piemontese ha registrato una forte crescita (3% a/a); il fatturato dell’industria regionale è cresciuto in media (+1,4% a/a), ma negli ultimi due trimestri del 2014 ha subito una leggera frenata rispetto al primo trimestre (+4% a/a).

Negli ultimi anni, è in atto una tendenza di una costante crescita del peso del settore dei gioielli di Valenza Po (AL) sul totale nazionale, arrivando a rappresentare nel 2014 il 21,3% del totale del comparto nazionale, posizionandosi al terzo posto.

Ø Il mercato del lavoro è ancora in difficoltà pur con qualche miglioramento nei primi mesi dell’anno. Le imprese attive della regione sono circa il 7,7% del totale nazionale e risultano più vitali rispetto alla media nazionale, con una natalità superiore o uguale alla media in tutti i settori produttivi.

Tuttavia, la mortalità complessiva risulta essere maggiore a quella nazionale, le sole imprese dei servizi di trasporto registrano minori cessazioni rispetto alla media.

Ø Il mercato immobiliare residenziale in Piemonte ha registrato una buona ripresa nel corso del 2014 e in alcune province la crescita è stata superiore a quella regionale e nazionale: Alessandria (+9,4% a/a). Nel I trimestre del 2015 purtroppo assistiamo ad una frenata delle compravendite nazionali (-3,4% a/a) dopo due trimestri molto positivi.

Torino flette di più rispetto alle altre grandi città italiane (-9,5% a/a rispetto -5,6% a/a). I finanziamenti oltre il breve termine alle famiglie consumatrici per l’acquisto di abitazioni, dopo le flessioni intervenute nel 2012, mostrano nel 2013 e nel primo semestre del 2014 cali più contenuti rispetto alla media.

Ø Nell’ultimo anno, la dinamica degli impieghi vivi totali (al netto cioè delle sofferenze) al livello regionale, ha performato meglio rispetto al contesto italiano.

Nei primi due mesi del 2015 gli impieghi alle imprese piemontesi sono scesi in media del -5,8% a/a verso -6,7% a/a del dato nazionale. Negli ultimi 3 anni si assiste ad un progressivo peggioramento della qualità del credito sia per l’Italia che per il Piemonte, l’incremento pro-quota delle sofferenze, rispetto agli impieghi vivi, verso clientela ordinaria in Piemonte raggiunge il 17,23% rispetto al 19,44% italiano.

Ø Lo studio, svolto dall’Area Research & IR di Banca Monte dei Paschi di Siena, sottolinea che esiste un’interessante correlazione tra l’andamento del Pil piemontese e quello italiano, soprattutto dopo lo scoppio della crisi finanziaria.

I principali contributori istituzionali prevedono una ripresa per l’Italia nel 2015 ed è verosimile che anche il contesto regionale non presenti andamenti molto dissimili, forse con delle dinamiche leggermente migliori.

Secondo le stime di maggio di Prometeia, nel 2015, il Pil del Piemonte crescerà del +0,9% a/a, registrando un recupero più accentuato di quello nazionale (+0,7% a/a). Mentre il 2016 sembra destinato ad essere il vero anno svolta anche al livello regionale, con una più vigorosa crescita su tassi intorno all’1,8% a/a.

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