
India e Cina sospendono gli acquisti di petrolio dalla Russia. Le sanzioni imposte da Trump alla Russia riguardano, in particolare, le due principali compagnie petrolifere russe, Rosneft e Lukoil. Queste misure hanno previsto il congelamento di tutti i beni e le proprietà negli Stati Uniti e il divieto di transazioni finanziarie con queste società.
Si tratta di sanzioni particolarmente gravi e senza precedenti, che evidenziano il crescente isolamento di Mosca sulla scena internazionale.
India e Cina si sono prontamente adeguate e hanno sospeso anch’esse gli acquisti di petrolio dalla Russia.
Le sanzioni, così come la riduzione degli acquisti di Cina e India, potrebbero avere un impatto significativo sulla guerra in Ucraina, poiché Rosneft e Lukoil sono attori importanti nel settore energetico russo e hanno legami con il governo di Putin, ma anche e soprattutto sul prezzo del petrolio, che vede così diminuire drasticamente l’offerta.
I prezzi del Wti hanno reagito immediatamente tornando a salire da 56.50 a 62.00 dollari al barile. Appare chiaro che tale sospensione potrebbe limitare le risorse finanziarie a disposizione del governo russo per sostenere le operazioni nella regione.
Tuttavia, è difficile prevedere con esattezza l’effetto che avranno sia sul conflitto in Ucraina, sia sui prezzi del petrolio nel medio termine.
Per quanto riguarda il breve termine, tale decisione potrebbe avere un impatto significativo. Tuttavia, è importante considerare che il mercato del petrolio è influenzato da molteplici fattori e che l’effetto delle sanzioni e sospensioni potrebbe essere mitigato nel lungo periodo.
Tecnicamente ora il petrolio è in fase di accumulazione ma deve rompere quota 66.00 per accelerare, con possibili obiettivi di medio termine anche a 72.50.
Commento a cura di Saverio Berlinzani – ActivTrades