La Bce manterrà a lungo condizioni espansive

Bollettino Economico Bce: le prospettive globali restano favorevoli ma cresce il rischio di politiche protezionistiche.

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Le prospettive a breve termine dell’economia globale rimangono nel complesso favorevoli. Tuttavia è in aumento il rischio che gli scambi globali e l’attività delle imprese operanti sui mercati internazionali siano frenati dall’aggravarsi delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i principali partner economici. Il Consiglio della Bce prevede di terminare gli acquisti netti di titoli a fine anno, ma manterrà a lungo condizioni espansive.

Nell’area dell’euro la crescita prosegue, nonostante la decelerazione osservata negli ultimi mesi. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ritenuto che siano stati compiuti considerevoli progressi verso il raggiungimento di un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione verso livelli prossimi al 2 per cento nel medio periodo, ma che l’incertezza non si sia completamente dissipata. Di conseguenza, prevede di interrompere a fine anno gli acquisti netti di titoli, ma di preservare un ampio grado di accomodamento monetario.

In Italia l’espansione dell’attività economica prosegue a un passo più moderato

Secondo le stime della Bce, la crescita in Italia prosegue, nonostante i segnali di rallentamento emersi nei mesi primaverili; nel secondo trimestre si sarebbe collocata attorno allo 0,2 per cento sul periodo precedente, con rischi al ribasso legati alla debolezza dell’attività industriale. Come nelle altre principali economie dell’area, dopo il marcato aumento osservato nella seconda metà del 2017 le vendite all’estero sono diminuite nel primo trimestre, risentendo della decelerazione del commercio mondiale.

Le condizioni del mercato del lavoro continuano a migliorare; l’inflazione di fondo rimane bassa

L’occupazione ha raggiunto valori prossimi a quelli massimi dell’inizio del 2008; in primavera l’aumento ha interessato sia la componente a termine sia quella a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione complessivo rimane stabile; la disoccupazione giovanile è in graduale calo. È proseguita la tendenza al rialzo dei salari, la cui dinamica però rimane ancora modesta. L’inflazione è salita, soprattutto a seguito dell’aumento delle quotazioni dei beni energetici; quella di fondo ha recuperato dopo un forte calo registrato in aprile, ma resta allo 0,7 per cento in giugno.

Prosegue la crescita del credito alle imprese

I prestiti alle imprese hanno continuato ad aumentare; vi ha contribuito il buon andamento degli investimenti, in un contesto di condizioni di offerta distese e costi di finanziamento contenuti. L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dalle banche è ancora diminuita, come nel 2017.

Volatilità in aumento sui mercati finanziari

Negli ultimi giorni di maggio e nei primi di giugno si è fortemente accentuata la volatilità sui mercati finanziari del nostro paese, in connessione con l’incertezza sulla formazione del nuovo Governo. Le tensioni sono state parzialmente riassorbite a partire dalla seconda settimana di giugno: i rendimenti a breve sono scesi in misura marcata; i premi per il rischio sovrano dell’Italia sulla durata decennale sono diminuiti di 48 punti base rispetto al momento di maggiore tensione; restano 111 punti al di sopra dei livelli di metà maggio.

Le proiezioni per l’Italia indicano una prosecuzione della crescita nel 2018-2020

Secondo le proiezioni macroeconomiche presentate nel Bollettino, la crescita proseguirebbe nel prossimo triennio, anche se risentirebbe negativamente dei più elevati prezzi del greggio. Il PIL aumenterebbe dell’1,3 per cento quest’anno, dell’1,0 il prossimo e dell’1,2 nel 2020. L’inflazione, pur rimanendo lievemente inferiore a quella del complesso dell’area dell’euro, risalirebbe gradualmente anche nella componente di fondo, che toccherebbe l’1,5 per cento nel 2020 nell’ipotesi che il miglioramento delle aspettative prosegua e si accompagni a una graduale ripresa delle retribuzioni nominali.

Questo scenario presuppone un contesto globale favorevole, condizioni di offerta del credito distese, un assetto monetario ampiamente espansivo – che incorpora le decisioni di politica monetaria adottate dal Consiglio direttivo della BCE – e un quadro dei conti pubblici compatibile con una graduale riduzione del rapporto tra il debito e il prodotto.

I rischi per l’attività economica derivano soprattutto da un’accentuazione dell’orientamento protezionistico nei principali paesi.

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