Economia: le prospettive per il 2022

Le prospettive per l’economia italiana nel 2022 vedono un rallentamento della crescita del PIL, che resterebbe però ancora su ritmi robusti e superiori al potenziale.

economiaSi sta concludendo un anno di ripresa molto solida dell’economia italiana (con una crescita del PIL attesa poco sopra il 6% nel 2021), grazie al recupero della domanda interna e della mobilità sociale dopo la fase acuta della pandemia, anche per merito di un’efficace campagna vaccinale che ha raggiunto una quota elevata della popolazione.

È risultata notevole l’espansione degli investimenti, in particolare in costruzioni, e la ripresa dell’industria, che già nel secondo trimestre ha quasi recuperato i livelli pre-Covid, facendo meglio della Germania (dove l’industria si trova ancora molto sotto i livelli pre pandemia). Il settore dei servizi, pur in ripresa, ha invece mostrato una dinamica più debole.

Le prospettive per il 2022 vedono un rallentamento della crescita del PIL al 4%, che resterebbe però ancora su ritmi robusti e superiori al potenziale, grazie al sostegno del Recovery Plan, ad una graduale risoluzione dei problemi alle catene globali d’offerta e al miglioramento del mercato del lavoro.

Ciò detto, gli sviluppi più recenti sollevano significativi rischi al ribasso sullo scenario e non si può escludere un andamento della crescita più deludente rispetto alle attese attuali, coerentemente con la discesa delle aspettative indicata anche dall’indice CFA Italy Radiocor Financial Business.

Stiamo infatti assistendo ad un peggioramento della situazione sanitaria non solo in Europa, ma anche in Italia, e all’emergere di una nuova variante (Omicron), potenzialmente pericolosa.

Questo sviluppo si aggiunge all’impatto negativo sui redditi di famiglie ed imprese causato dal forte aumento del prezzo del gas naturale e, più in generale, dai rincari delle materie prime: l’inflazione in Italia nel 2022 dovrebbe salire al 3% dal 2% medio di quest’anno.

Sta inoltre aumentando anche l’incertezza politica per la delicata fase di elezione del nuovo Presidente della Repubblica, con opzioni aperte che potrebbero vedere Draghi passare dalla Presidenza del Consiglio a quella della Repubblica, e quindi la nascita di un nuovo governo di fine legislatura o nuove elezioni.

Infine, anche la politica monetaria della BCE si appresta a divenire, al margine, più restrittiva, con effetti potenzialmente più rilevanti per il mercato obbligazionario italiano, in considerazione del ruolo importante giocato dalla BCE nell’assorbimento delle emissioni nette di titoli di stato negli ultimi due anni.

Lo scenario rimane pertanto molto complesso e, a fronte di un ancora solido potenziale di recupero dell’economia italiana, vede l’interazione di alcuni fattori negativi che renderanno più nervosi i mercati finanziari e più difficile l’avvio del 2022.

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