L’incremento dell’esposizione in derivati in Italia è legato soprattutto all’aumento di questo tipo di attività finanziarie nei bilanci dello Stato.
Da segnalare, poi, secondo l’analisi di Unimpresa basata su dati della Banca d’Italia, la sostanziale invarianza (+0,7%) dei derivati in perdita nelle amministrazioni locali: nei 12 mesi sotto la lente, le consistenze dei bilanci di comuni, province e regioni sono passate infatti da 1,26 miliardi a 1,27 miliardi, con un aumento di soli 9 milioni. Lieve incremento per i prodotti speculativi nei bilanci delle imprese: a fine 2014 l’ammontare è salito di 347 milioni a quota 7,6 miliardi rispetto ai 7,3 del 2013 (+4,7%). Nel comparto assicurativo e dei fondi pensione si è passati da 5,2 a 5,5 miliardi (+5,1%) in aumento di 269 milioni, mentre il resto degli intermediari finanziari ha registrato una crescita di 164 milioni (+3,5%) da 4,6 miliardi a 4,8 miliardi. Quanto alle amministrazioni centrali, la massa di derivati potenzialmente in perdita è arrivata a quota 36,8 miliardi: in un anno è dunque salita di 8,1 miliardi(+28,1%) rispetto ai 28,7 miliardi di fine 2013. In totale, i derivati del settore pubblico e del settore privato pesano 166,6 miliardi e sono saliti negli ultimi 12 mesi di 13,6 miliardi dai 153,1 miliardi precedenti con un incremento dell’8,9%.
“E’ importante avere chiarezza sul reale stato di salute dei conti pubblici. Bisogna fare attenzione ai pericoli nascosti nei bilanci pubblici, legati alla finanza speculativa: da un lato chiediamo che sia detta tutta la verità e contemporaneamente continuiamo ad auspicare maggiori sforzi per dare più risorse a imprese e lavoratori.” ha dichiarato Paolo Longobardi, Presidente di Unimpresa (www.unimpresa.it).