
A seguito dell’acquisizione di Mediobanca da parte di MPS e dell’acquisizione di BPSO da parte di BPER, ci attendiamo che Banco BPM assuma un ruolo più attivo nell’ondata di consolidamento bancario in Italia, trainata da fattori finanziari, strategici e politici.
Una fusione tra BPM e Crédit Agricole Italia darebbe vita a un gruppo forte con un modello di business ben diversificato, dimensioni significative (attivo totale superiore a 300 miliardi di euro e quota di mercato dei prestiti vicina a quella di UniCredit) e una presenza geografica concentrata nelle regioni più ricche d’Italia.
Fattori a sostengo dell’operazione:
A differenza dell’operazione MPS-Mediobanca, entrambi i gruppi operano come banche universali, offrendo servizi completi e complementari nei settori bancario, della gestione patrimoniale e assicurativo. Il portafoglio prestiti di Banco BPM è orientato verso la clientela aziendale, mentre quello di Crédit Agricole Italia è più orientato verso la clientela retail.
Le loro reti di filiali si sovrappongono in Lombardia, Veneto, Toscana e Sicilia, offrendo un potenziale di riduzione dei costi, anche se entrambe le banche hanno già razionalizzato la loro presenza fisica: -38% per Banco BPM, -30% per Crédit Agricole tra il 2017 e il 2024.
CA e BPM hanno joint venture nel settore delle assicurazioni danni e del credito al consumo; Crédit Agricole detiene oltre il 60% in entrambi i casi.
L’accordo potrebbe essere strutturato come una fusione amichevole, il che ridurrebbe (ma non eliminerebbe) il rischio di esecuzione.
Le 10 principali banche commerciali italiane dopo le recenti operazioni di fusione e acquisizione a giugno 2025.

Contributo di Scope Ratings, agenzia di rating europea