Ciclo economico italiano in moderata ripresa

Ciclo economico 2015 in moderata ripresa per l’Italia che dopo tre anni di contrazione vede il Pil salire dello 0,8%.

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Il ciclo economico italiano mostra per il 2015 una moderata ripresa. Dopo la contrazione degli ultimi tre anni, il Pil italiano in volume ha segnato una crescita dello 0,8 per cento.

I consumi finali nazionali (+0,5 per cento) e gli investimenti fissi lordi (+0,8 per cento) hanno registrato variazioni moderatamente positive, mentre le esportazioni hanno segnato un incremento robusto, ma inferiore a quello delle importazioni (rispettivamente +4,3 e +6,0 per cento).

La domanda interna e l’accumulazione delle scorte contribuiscono positivamente alla crescita. Hanno fornito apporti positivi alla crescita del Pil sia la domanda nazionale (+0,5 punti percentuali), sia la ricostituzione dello stock di scorte (+0,5 punti percentuali), mentre un contributo negativo è giunto dalla domanda estera netta (-0,3 punti percentuali). La dinamica dell’attività economica, pur restando positiva, ha sperimentato in corso d’anno una decelerazione (+0,2 per cento nel quarto trimestre, da +0,4 del primo).

Una spinta alla crescita è giunta dai consumi delle famiglie e dal reddito disponibile. Nel 2015 i consumi finali nazionali hanno proseguito la risalita che si era già manifestata l’anno precedente (+0,5 per cento, dallo +0,2 del 2014). La componente più dinamica è stata la spesa delle famiglie residenti, cresciuta dello 0,9 per cento; la spesa delle amministrazioni pubbliche è diminuita per il sesto anno consecutivo (-0,7 per cento).

In particolare, l’espansione della spesa delle famiglie ha riguardato sia i beni sia i servizi, con un ritmo di crescita doppio dei primi (+1,4 e +0,7 per cento). Nel complesso del 2015, il contributo dei consumi alla crescita del Pil è stato di quattro decimi di punto percentuale.

La dinamica dei consumi delle famiglie è stata sostenuta dall’incremento del reddito disponibile in termini reali (potere di acquisto), che ha a sua volta beneficiato della crescita dei redditi nominali (+0,9 per cento) e di una sostanziale stabilità dei prezzi al consumo.

Si è trattato del primo incremento dal 2007. Il tasso di risparmio delle famiglie è rimasto invariato rispetto al 2014 (8,3 per cento); sebbene superiore al minimo toccato nel 2012 (7,0 per cento), risulta più contenuto di circa quattro punti rispetto alla media 2000-2007.

In recupero gli investimenti, ma la crescita è ancora debole. Nel 2015 gli investimenti fissi lordi sono tornati a crescere (+0,8 per cento, da -3,4 per cento del 2014), interrompendo la fase di decisa contrazione del triennio precedente.

Nonostante la riduzione del livello di incertezza, la spinta delle politiche monetarie a sostegno della liquidità e le azioni volte al rilancio degli investimenti europei (Piano europeo per gli investimenti strategici 2015-2020, piano Juncker), l’aumento della spesa in beni capitali è risultato piuttosto contenuto, con una forte eterogeneità tra le singole componenti. La dinamica dell’aggregato è stata trainata dal balzo degli investimenti in mezzi di trasporto (+19,7 per cento), cui si è accompagnato un lieve aumento di quelli in macchine e attrezzature (+1,1 per cento); per contro, gli investimenti in costruzioni hanno continuato a diminuire, seppure di poco (-0,5 per cento); anche i prodotti della proprietà intellettuale hanno segnato un modesto calo (-0,4 per cento).

Osservando la dinamica per settore istituzionale, nella media del 2015 il valore aggiunto delle società non finanziarie è cresciuto del 2,7 per cento rispetto all’anno precedente, gli investimenti dell’1,5 per cento (-3,6 nel 2014).

Queste dinamiche hanno determinato un lieve calo del tasso di investimento delle società non finanziarie, sceso in media d’anno al 18,4 per cento (dal 18,7 del 2014). Per contro, il risultato lordo di gestione è tornato a crescere (+2,5 per cento) dopo tre anni di contrazione.

Accelerano le importazioni a fronte di un miglioramento delle ragioni di scambio e dell’aumento della domanda in beni di consumo e beni di investimento.

Nel 2015 la domanda estera netta ha fornito un contributo negativo alla crescita del Pil per circa tre decimi di punto, con un’inversione di tendenza rispetto ai quattro anni precedenti. Il sostenuto incremento delle importazioni di beni e servizi (+6,0 per cento in volume) è stato alimentato dalla ripresa della domanda interna.

Le esportazioni, seppure in accelerazione rispetto al biennio precedente, hanno registrato una dinamica più contenuta (+4,3 per cento), risentendo negativamente del rallentamento in corso d’anno degli scambi mondiali.

L’ampliamento dell’avanzo della bilancia commerciale, che ha raggiunto i 45,2 miliardi di euro, è dovuto al miglioramento delle ragioni di scambio legato in primo luogo alla netta diminuzione delle quotazioni internazionali delle materie prime energetiche importate, a fronte di un andamento moderatamente crescente dei prezzi delle esportazioni (Figure 1.5 e 1.6).

Il surplus al netto dei prodotti energetici (pari a 78,7 miliardi), tuttavia, si è ridotto rispetto all’anno precedente per effetto della diminuzione del tasso di copertura reale (rapporto tra volumi di export e di import).

L’aumento del grado di penetrazione delle importazioni in Italia nel 2015). Il valore delle importazioni di merci, dopo un triennio consecutivo di flessioni, nel 2015 ha ripreso a crescere: l’aumento, pari al 3,3 per cento (+7,8 per cento escludendo le importazioni di prodotti energetici, diminuite del 19,8 per cento), è stato favorito dalla ripresa sia dei consumi delle famiglie sia degli investimenti, in particolare nel settore dei mezzi di trasporto.

Le esportazioni italiane mantengono la loro quota sul mercato mondiale e europeo. Anche le esportazioni italiane di merci hanno segnato un’accelerazione, aumentando in valore del 3,8 per cento (+2,2 per cento nel 2014).

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