Brexit e Trump spingono verso l’investimento digitale

 All’incertezza già accumulata nel corso dei mesi si è quindi aggiunta l’instabilità provocata dalla Brexit, con grandi rischi per i risparmiatori italiani.

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Nell’era immediatamente successiva al “Si” dei britannici all’uscita dall’Europa, come ampiamente previsto e temuto dagli analisti finanziari, tutti i mercati internazionali sono stati investiti da una grande ondata di vendite, capace di coinvolgere azioni, valute, obbligazioni e anche le materie prime. La Banca Centrale Europea ha provato a salvare il salvabile, contenendo le conseguenze sui titoli di stato nazionali e quindi su quelli italiani. All’incertezza già accumulata nel corso dei mesi si è quindi aggiunta l’instabilità provocata dalla Brexit, con grandi rischi per i risparmi degli italiani.

I risparmiatori più attenti avevano però già interpellato i propri consulenti finanziari – fisici o digitali che siano – per il classico “tagliando” del portafoglio, e quindi i problemi sono stati evitati come il miglior discesista di Coppa del Mondo.

Sono però in tanti ad aver prediletto la strada dell’investimento in digitale: meglio un fai-da-te della finanza in un periodo così delicato, anche per tastare con mano il reale umore delle borse.

È fortemente consigliato in ogni caso armarsi di una buona dose di pazienza, visto che i cambiamenti sono ancor più repentini del solito e le oscillazioni possono arrecare danni molto importanti per gli investimenti dei privati cittadini.

Una delle opzioni che si palesa è la vendita di tutto il pacchetto azionario, accompagnata da un’uscita di scena utile per evitare perdite catastrofiche e in attesa di una situazione più stabile della Borsa. Questa opzione definita stop loss potrebbe però causare mesi di stallo in attesa di prezzi che potrebbero anche alzarsi. Una delle mosse più interessanti è quella di fissare una soglia di perdita che il risparmiatore ritiene accettabile e mantenere i nervi saldi. Solo in caso le perdite superino l’immaginaria asticella si potrebbe procedere alla vendita.

Discorso differente per chi si trovasse, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo con liquidità da investire. In questo caso, la variabile dei piani d’accumulo media i prezzi d’acquisto e assicura un rendimento lento ma costante, senza particolari perdite. In una situazione così critica, è bene ponderare in ogni caso ogni mossa, scegliendo con la massima cura le asset class su cui puntare e i tempi che si vogliono rispettare. In questo particolare momento storico a godere dei favori degli investitori sono i titoli a reddito fisso, le azioni, le valute estere – anche se in questo caso dubbi e postille sono d’obbligo -, commodities e opzioni binarie. Rendimenti e profitti sono strettamente legati agli interessi, dividendi, plus e minusvalenze.

Nel 2017 ci si aspetta davvero tanto da Wall Street, che potrebbe beneficiare, sia nel breve che nel lungo periodo, del cambio di guardia alla Casa Bianca con l’arrivo di Trump. Saranno ancora alte, invece, le sofferenze del settore bancario e assicurativo, compensato però dai servizi, dalle farmacie e dalle esportazioni.

A fare da contraltare sarà ancora la crescita dei robot digitali, che allontaneranno ulteriormente gli investitori dalle forme “classiche” preferendo una gestione automatizzata e personalizzata dell’investimento.

Per evitare preoccupazioni, però, all’interno delle opzioni binarie automatizzate e gestite dai bot, è sempre studiare una certa diversificazione degli investimenti, in modo tale da non assistere ad un netto calo e da non dipendere totalmente dalle oscillazioni di mercato.

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