La fuga degli investitori stranieri dai titoli di Stato italiani conferma i timori sugli imminenti rischi per il debito pubblico del Bel Paese.
Claudio Pucci, vicepresidente di Unimpresa, ha commentato le indicazioni contenute nel bollettino della Bce sul rischi legati al debito pubblico italiano.
“La fuga degli investitori stranieri dai titoli di Stato italiani, rivelata nel bollettino della Bce, conferma i nostri timori sugli imminenti rischi per il debito pubblico del nostro Paese. Sul mercato dei bot e dei btp si registrano tensioni legate alla riduzione degli acquisti da parte della stessa Banca centrale europea che ha annunciato una prima limatura al quantitative easing da 80 a 60 miliardi al mese, primo passo per l’addio a questo paracadute. Tali misure da un lato hanno finora drogato il mercato, di fatto calmierando i tassi, dall’altro hanno congelato gli scambi sui cosiddetti secondari. Ne consegue che alla fine del Qe, l’Italia sarà sostanzialmente impreparata sulla gestione delle emissioni obbligazionarie e non riuscirà a ripartire rapidamente come invece sarebbe necessario. Il risultato possibile e forse probabile sarà una impennata dello spread con un consequenziale aumento del costo per il servizio del debito“.